Come perdersi tra feste tradizionali
Mentre in Italia le città si svuotano, l’estate catalana é scandita dalle feste popolari, sia di barrio (quartiere), che di pueblo (paesi e borghi). Cosí tra canti, balli, tradizioni e qualche “cerveza” di troppo, ma sempre in compagnia, l’estro catalano si sbizzarrisce e regala agli ignari turisti grandi momenti di stupore e incanto.
In queste settimane abbiamo curiosato tra i vicoli di Gracia, uno dei quartieri più caratteristici di Barcellona, prima tra botteghe e garages, seguendo la preparazione di manifesti, sculture di cartapesta e stendardi colorati, poi passeggiando per tunnel tematici davvero particolari…
Qui, come ogni anno, si rinnova la competizione per la decorazione della “calle” più bella e originale. I temi sono vari: dal sogno, alla Roma antica, alle serie televisive, alla mitologia greca, ai cartoni giapponesi.
Conclusa la festa di Gracia, inizia quella di Sants, quartiere multietnico a prevalenza latina, dove accanto alla stazione centrale e a palazzine di massimo due piani, si ergono i grattacieli di cristallo delle multinazionali.
Nonostante le strade trafficate e lo spostamento quotidiano di masse di lavoratori e turisti, per chi vuole davvero godersi la vita di quartiere, basta fare due passi fuori dalla rete stradale e sedersi in un piccolo birrificio artigianale o in un bar a conduzione familiare. Ordinate una caña e date l’input al barista: se avete un po’ di tempo a disposizione, risponderà a tutte le vostre domande e, se lo avrà lui, chiuderà per qualche minuto il locale e vi porterà a fare un giro per il barrio.
E per finire, in treno, in meno di 45 minuti, raggiungiamo Sitges, tipica cittadina marittima a pochi chilometri da Barcellona, conosciuta soprattutto per il suo carnevale e per un festival del cinema Horror, ma forse meno per i suoi spettacoli tradizionali in onore di Santa Tecla e San Bartolomeo. Qui, su trentamila abitanti, quasi la metà partecipa attivamente ai festeggiamenti che durano due giorni, con rappresentazioni, spettacoli di fuochi, cortei di diavoli e giganti. La Moixiganga, un ballo religioso della costa, con origini pagane, chiude trionfalmente le danze.
Tre generazioni unite, braccia forti e solide “fanno pinya” (gruppo) sostenendo senza vacillare corpi magri e muscolosi, mentre piccole figure agili come scoiattoli, si arrampicano fino a toccare altezze spaventose e, raggiunta la meta, sollevano il braccio in segno di vittoria! I castelli umani, simbolo dell’appartenenza al clan e al pueblo, si avvicendano cosí, accompagnati da una musica coinvolgente. Il pubblico, solitamente rumoroso, per qualche minuto resta immobile, con il fiato sospeso, fino ad esplodere all’improvviso in un applauso liberatorio.
Prima di ripartire, balliamo una Sardana in cerchio, con l’immancabile accompagnamento di timbales y grallas e ci fermiamo a riposare sulla rotonda di San Sebastian, osservando la città dalla collina. In lontananza ascoltiamo i tamburi, mentre le barche a vela, dal mare si appressano alla costa per assistere da vicino allo spettacolo dei fuochi artificiali. Il silenzio tarderà a scendere su Sitges questa notte, ma chiuderà solo temporaneamente i festeggiamenti per San Bartolomeo. A settembre, in onore di Santa Tecla, si tornerà tutti a ballare!