Spazio, tempo e misura dell’Arte
Se avete sempre pensato di “non capirci niente” di Arte Contemporanea, ma non avete mai avuto il coraggio di ammetterlo in pubblico … bé, sappiate che siete in buona compagnia. Sono in molti a pensarla come voi!
Ciò che oggi viene definito postmoderno o contemporaneo non si può infatti né spiegare, né delimitare criticamente. Chi lo fa per professione, ha accumulato anni di studio ed esperienza, oppure può vantare una sensibilità esclusiva.
A noi piace credere che, come sostiene Joseph Beuys “Every man is an artist” e che la Libertà creativa (l’agire indisturbati senza schemi, etichette, catene) sia il vero motore di un sistema tanto complesso. Di sicuro, dalla seconda guerra mondiale in poi, nuovi stili, contaminazioni, esperienze, tecniche, materiali hanno cambiato il nostro modo di comunicare, sentire e rappresentare la realtà, dando vita ad infinite ed affascinanti forme di espressione.
Ora, non essendo esperti, ma dei semplici e modesti amatori, ci accontenteremo di un’interpretazione personale e sensoriale di ciò che ci circonda. Non pretendiamo infatti spiegare, ma solo informare… e magari stuzzicare un po’ la vostra curiosità.
Questa mattina mi sono svegliata con un ronzio. Nulla di fastidioso (e non si trattava neppure di una zanzara). Il ronzio aveva origine nel sogno, ed era probabilmente quello di un neon. Passeggiavo sola, tra le torri di Kiefer nell’Hangar Bicocca, un luogo che per anni, durante la mia residenza a Milano, ho frequentato assiduamente; uno spazio che, nonostante la tragica storia che racconta, mi ha sempre dato pace. Chissà, magari é anche questa la forza dell’arte contemporanea. Provo a spiegarmi meglio…
Ho visitato, nel tempo, “I sette palazzi celesti” di Kiefer con diversi amici stranieri ed ho chiesto ad ognuno di loro di definire con poche parole le sensazioni provate. Inutile descrivere lo stupore di tutti all’ingresso dell’hangar, ma é interessante l’interpretazione differente che, a seconda della provenienza e dell’eperienza, ciascuno ha dato dell’opera.
Il libanese ha visto la guerra e gli ha ricordato il suo Paese, le bombe, il frastuono, le morti violente. La giapponese una silenziosa distuzione, una sorta di apocalissi indolore. L’americano vedeva spazio e tempo, futuro e passato, forti contrasti. Lo spagnolo ha intuito subito il senso della Cabala ed ha interpretato, a partire dai suoi studi di storia, ogni grattacielo con uno sguardo mistico, religioso. Infine ci ho portato una bambina rumena di otto anni, la mia vicina di casa. Ha spalancato gli occhi ed ha iniziato a camminare, esplorando ogni angolo dell’opera. Faceva domande e puntava il dito, ma senza toccare nulla. Sembrava che I sette palazzi incutessero in lei timore e rispetto. E’ stata l’unica a chiedermi di tornarci più volte.
Non tutte le opere contemporanee hanno il potere, né evidentemente la cornice, dei sette palazzi celesti. Ma di certo possiamo ammettere, senza attendere l’ardua sentenza dei posteri, che quella di Anselm Kiefer sia davvero un’Opera Contemporanea. E forse una delle più grandi.
L’arte mi ha sempre affascinata. Amo l’arte greca, essendo nata a Taranto, il Rinascimento, essendo italiana, il Modernismo vivendo a Barcellona, la Natura essendo viva.
Non c`e´forma d’arte che l’essere umano non possa comprendere. Basta solo liberarsi delle infrastrutture e diventare come quella bambina, appunto, “umani”.
Ma per tornare al ronzio… Oggi ne ho voglia. Non significa desiderare qualcosa di disturbante, bensí di rassicurante. Prendo subito una mappa della Fondazione MACBA e decido di costruire il mio itinerario urbano tra musei di arte contemporanea. Ne conto quasi cinquanta! Per chi é alla ricerca di nuove esperienze, questa città non delude mai.
Macchina fotografica e zaino in spalla, mi concedo un giorno senza orologio. Vediamo cosa propone Barcellona.
Parto dallo Spazio Suñol. Si tratta di tre piani che offrono una panoramica su diversi artisti internazionali. Trovo interessante soprattutto la mostra di Andújar, un progetto che descrive il Conflitto attraverso l’Arte, a partire dalla scultura classica fino all’evacuazione del Prado durante la Guerra Civile, con un percorso che, dalla guerra di Troia, attraversa secoli di sopprusi, torture, errori umani, violenze di ogni tipo, fino a sfociare nell’attuale controllo tecnologico delle menti.
Cammino indisturbata tra sale vuote (forse perché siamo in aria di vacanze oppure semplicemente perché il giovedì mattina é un giorno in cui i musei sono poco frequentati). Mi fermo al piano terra per qualche minuto. Dietro la parete bianca del cortile, su cui una donna costruisce attorno a sé la misura del proprio spazio, si erge un edificio abitato e qualcuno si affaccia da una finestra. L’arte contemporanea non ha perimetro, né barriere.
Cerco un altro punto sulla mappa e approfitto della posizione di questo nuovo spazio espositivo, Blueproject Foundation, per fare due passi in uno dei miei quartieri preferiti. Ci troviamo tra il Born e il Parco de la Ciutadela. La porta a vetri si apre su un openspace semivuoto. Tre teche in vetro espongono, su cuscini rossi … (non vi anticipo cosa, potete scoprirlo da soli).
Ma la vera sorpresa si trova in quello che viene chiamato il Salotto e che, più che un salotto, é una grande cassaforte. Uno spazio in cui il blu é predominante. La mostra s’intitola infatti Still Blue. C`é anche l’immancabile ronzio dei neon e quel microclima da Ultima cena di Leonardo un po’ rarefatto, che annuncia la presenza dell’opera d’arte. Fontana, Klein, Basquiat, Warhol, Tansey… per mezz’ora sarete tutti miei!
Continuo a passeggiare nel quartiere. In Carrer Picasso noto sotto i portici un’altra affiche che invita ad entrare in un luogo che, dall’esterno, può sembrare una libreria. Mi incuriosisce. Si tratta invece di uno spazio dedicato alla fotografia – Foto Colectania.
C`é una bellissima mostra di Saul Leiter, il fotografo della strada. Ne approfitto, pago il mio biglietto (solo 3 euro grazie alla carta del circuito Biblioteche di BCN) e mi perdo per un’ora tra le geometrie, gli attimi rubati, i colori accesi, tutti i limpidi contrasti colti dall’occhio attento e umile di questo grande fotografo americano. Leiter osservava il mondo dai vetri sporchi di una finestra, dai taxi gialli di New York, attraverso le tende sgualcite di qualche hotel di periferia e non é difficile capire, ancora oggi, dopo più di cinquant’anni, cosa intendesse comunicare in quel momento, solo con un semplice scatto.
Oltre la sala, c´é una porta e oltre la porta una bella libreria in legno, con volumi dedicati al design e alla fotografia, che si possono liberamente consultare. Un video mostra il lavoro della Fondazione Leiter e la stanza in cui l’artista, pittore oltre che fotografo, trascorse gran parte della sua lunga vita.
Infine mi dirigo verso piazza della Mercé. Ho ricevuto un invito dall’Istituto di Cultura italiano di Barcellona e alle 19.30 é prevista una street performace dell’artista Francesco Arena intitolata “Quadrato, Triangolo, Rettangolo con distanza”. Tre giovani performers vestiti di nero percorrono a piedi, seguendo il preciso itinerario definito dall’artista, le tre figure geometriche: 12 km, esattamente la lunghezza del Traforo del Frejus, uno degli ingressi in Europa per molti migranti clandestini. La distanza sotterranea é quindi portata alla luce del sole, in un luogo aperto.
Interessante é vedere come la vita continui a scorrere indisturbata in piazza della Mercé, nonostante la presenza di questi tre “elementi” quasi invisibili. I turisti, con le loro valigie, sostano sui percorsi segnati dall’artista per riposarsi, qualcuno si ferma per scrivere un messaggio, i bambini giocano a pallone, mentre alcuni clienti del bar continuano a bere e a conversare.
Anch’io finisco la mia birra e attendo che termini la performance. Ripenso intanto a tutto ciò che ho visto durante la giornata; ai viaggi e alle infinite distanze che, grazie all’arte contemporanea, ho potuto percorrere in pochissime ore.
Link utili:
http://www.blueprojectfoundation.org/es/
http://www.fundaciosunol.org/ca/
http://www.fotocolectania.org/
https://iicbarcellona.esteri.it/IIC_Barcellona/it